Il
Santuario di Sant’Angelo a Palombara
E’ situato sui monti Suessolani a circa 600mt
sul livello del mare. La sua posizione è incantevole e singolare. Si può
raggiungere con veicoli, percorrendo la strada carrabile aperta dal Corpo
Forestale dello Stato. Oppure si può usare l’antica mulattiera agibile solo a
piedi.
Pervenuti lassù si può godere di uno
spettacolo incantevole. Davanti, a Nord,
il castello di Arienzo, la catena dei
monti Tifatini ed i paesi adagiati su di essi; ad Ovest, Maddaloni, Caserta;
a Sud, Napoli, Capri, il Vesuvio, Nola, Acerra; ad Est il passo di Arpaia
- l’antica Caudium -, il Vado del Carpine. E, poi,
torno-torno, tutto l’Agro Nolano, l’Agro Acerrano, la Valle di Suessola.
A pochi metri dal Santuario puoi ristorarti
ad una piccola sorgente di acqua fresca, che da tempo immemorabile scaturisce
genuina e limpida dalla roccia. Davanti al Santuario due spiazzi
intercomunicanti permettono ai grandi di passeggiare, di trattenersi; ai
piccoli di impegnarsi nei loro giochi senza correre pericoli.
Un po’ di storia
San
Michele
non è stato sempre così. Sulla cima, che sovrasta immediatamente il Santuario di S. Angelo, vi era, già
alcuni secoli prima di Cristo, un insediamento sannita. La superficie di esso, pari
a circa 15.000 mq. era protetta da una cinta muraria. All’ interno di questa
superficie erano poste le capanne.
La consistenza notevole di questo
insediamento fu certamente originata dalla importanza strategica della nostra
Valle e dei monti che la circondano.
Luogo particolarmente adatto per osservare,
spiare, controllare quanto accadeva sotto, a Valle.
Al tempo delle persecuzioni sotto gli
imperatori romani, le “celle”, che la natura e l’artificio
degli uomini avevano nel corso dei secoli preparate furono usate come “ricovero”
dai Cristiani perseguitati.
E’ probabile che anche successivamente
abbiano costituito un rifugio tranquillo e sicuro per altri perseguitati (si parla di monaci perseguitati al tempo
degli imperatori orientali iconoclasti) o asceti.
La dedicazione
all’Arcangelo
Risale all’860 circa la destinazione, che
tutt’ora dura al culto di S. Michele, l’Arcangelo tanto venerato dai Longobardi.
Furono proprio questi a costruire a S. Michele, sullo spuntone roccioso, una piccola
chiesa con romitaggio. L’occasione fu offerta dalla vittoria che Landone riportò su Sergio I duca di Napoli, vittoria attribuita al principe della
milizia celeste. Circa dieci anni dopo la città Oscia di Suessula fu
distrutta e i suoi abitanti dispersi.
Il sito dell’antico insediamento sannitico fu
riutilizzato; le alture circostanti coltivate; la chiesa dedicata a S. Michele,
appena costruita, elevata a parrocchia. Come tale – “chiesa curata e parrocchiale” – fu visitata dai vescovi della diocesi
di S. Agata per circa sette secoli.
Era nata modesta grancia o dipendenza di
Abbazia Benedettina di S. Sofia di Benevento: invece divenne ben presto essa stessa Badia, con alle sue dipendenze la chiesa di S.
Stefano costruita agli inizi del secondo millennio dell’era cristiana
ai piedi del monte per sovvenire alle necessità spirituali di quanti, in tempo
di pace, preferivano sostare giù, dov’ era la Corte Maggiore della Valle di
Suessola, anche per la coltura dei campi.
S. Stefano diventerà formalmente
parrocchia alla fine del 1500, dopo che gli abitanti delle alture scesero
definitivamente a Valle.
Da allora – come, per altro, successe a tutte
le chiese poste sui nostri monti – cominciò un periodo di lento ma progressivo
degrado anche per S. Michele, ridotta in Commenda
e, soprattutto, privata della sua importanza pastorale.
Come
si presenta oggi
Due grandi navate gotiche costituiscono oggi
il corpo principale. E’, del complesso, la parte cronologicamente intermedia
tra il nucleo originario e le stanze costruite ad ampliamento. Il nucleo
originario consta di una grotta naturale dove ancora è possibile vedere tracce
delle antiche pitture a fresco e di alcuni loculi; e, ancora, di alcune
stanzette costruite al lato della grotta, dove sono ben visibili gli affreschi dell’Annunciazione di Santa
Caterina di Alessandria, entrambe di epoca più recente.
C’è un piccolo campanile con le campane, una
cisterna, altre piccole comodità.
L’8
maggio e il mese di settembre
L’ afflusso al santuario è costante; varia
soltanto il numero dei visitatori. L’8
maggio fa registrare ogni anno il pieno. Vengono da ogni angolo della nostra
valle, ancora a piedi, della Valle Caudina, dell’Agro di Nola, da Acerra. Con
autoveicoli in tanti. E poi c’è il periodo estivo e tutto settembre che fanno
registrare una presenza massiccia di fedeli.