La Valle di Suessola - Proloco Cancello Scalo



INNO DI SUESSOLA
Vai ai contenuti


La Valle di Suessola
 
 
La Valle di Suessola rassomiglia ad un grosso triangolo, che ha il suo asse di base tra le Sorgenti delle Mefiti e Maddaloni, e il suo vertice al Passo di Arpaia.
Qui s’incontrano e si baciano i monti Tifatini e quelli Suessolani, che chiudono la Valle, quasi in una fortezza naturale, rispettivamente a Settentrione e a Mezzogiorno. Dal Columella, al Pratili, al Sanfelice, al Maiuri, più di uno ha descritto questa meravigliosa Valle. A noi piace riportare fedelmente quanto così bene ha scritto un figlio di questa Terra, il prof. Pietro Migliore.

“Chi discende dalla cittadina di Arpaia, distesa in doppia riga sul valico della Valle Caudina, vede spiegarsi allo sguardo una vasta pianura, racchiusa da due catene di monti vari, degradanti, attraenti per le insenature e i contrafforti muniti di castelli diruti. Il fondo valle è feracissimo e due colli, pressoché equidistanti tra loro, e il diverso profilo dei monti ne accrescono la varietà.
Lungo i confini della catena dei Tifatini, s’inerpicano gli antichi uliveti, e, a sinistra, querceti e castagneti si inerpicano fin quasi alle vette della giogaia, che sembra essere l’ultima propaggine della catena del Partenio.
Il verde trionfa da marzo a novembre, ed è un verde con tutta la gamma delle sue sfumature, creato da chiome di aranci, degli olivi, dei pioppi, dei noci, dei ciliegi, dei meli e delle viti. Più rari, ma pittoreschi, in questo mare di smeraldo si ergono i pini e i cipressi. E l'aria risulta salubre e profumata, e l'impressione di frescura diventa realtà per l’alitare del vento che spira quasi costante, talvolta robusto, di rado irruente.
Vasti orizzonti si aprono per gli appassionati della montagna, le acque del golfo di Napoli, il profilo, dei Camaldoli, dell’Epomeo dell’isola d’Ischia, il Vesuvio, il Faito e un vasto tratto della “Campania Felix”, il Partenio, coronato da Montevergine, il Taburno, il massiccio del Matese; tutto ciò si può ammirare dalla sommità del monte Burrano, facilmente accessibile.
Ma la bellezza naturale della valle, conferisce maggior diletto quando ritornano alla mente alcuni ricordi storici legati a questi luoghi.
La Via Appia, il pianoro tra il colle dei Cappuccini ed Arpaia, il villaggio di Forchia ricordano le famose “forche caudine”: fu qui che i superbi Romani furono imbottigliati e costretti a capitolare dagli astuti sanniti.
Ecco poi i ruderi del castello d’Arienzo che costituisce un superbo posto di vedetta; ai suoi piedi si adagia l’omonima cittadina, già detta Terra Muarata perché tutta cinta di mura e di torri dai Normanni.
Sullo sperone che domina San Felice a Cancello, si erge, quasi a nido d’aquila, il santuario dedicato all’arcangelo S. Michele. Da S. Angelo in Palombara, il Fellino degrada verso Cancello, che mutua il suo nome da “Castra Marcelli”, poiché nelle vicinanze era accampato il console romano che diresse le ire di Annibale.
Il ruinante castello di Cancello, come un leggendario eroe medioevale prossimo al tramonto, con la sua sagoma massiccia e quadrata, sembra guardare malinconico e pensoso al “bosco di Acerra” che custodisce nei segreti delle sue viscere i ruderi di Suessola, l’antica città osco-campana, scomparsa dopo che i Saraceni la rasero al suolo nell’ 879.
L’occhio sembra riposarsi sui villaggi di Talanico, S. Marco, Cervino che fanno da corona al comune di Santa Maria a Vico il quale si adagia sulla via Appia ed allunga qua e là le sue case come tentacoli al monte ed al piano”.
 
Fino al 1740 la Valle di Suessola formava un’unica grande Universitas: la “Universitas Argentii”
 
“Questa grossa Terra la quale si vuole edificata dai Normanni, è un aggregato di ventitré Casali, appellati il primo Terra murata , il secondo la Cammellara, il terzo Santa Lucia, il quarto Capo di Conca , il quinto la Costa, il sesto i Crisci, il settimo Rosciano, l’ottavo Piedarienzo, il nono Talanico, il decimo le Cave, l’undecimo Casazenco, il duodecimo S. Felice, il decimoterzo Cancello, il decimoquarto S. Maria a Vico, il decimoquinto le Bottechelle, il decimo sesto i Moscati, il decimosettimo i Priori, il decimottavo i Maielli,  il decimonono Santa Maria di Loreto, il vigesimo il Figliarino, il vigesimoprimo le Mandre, il vigesimosecondo l’Olmo, ed il vigesimoterzo la Cementara”.
 
Risale al 1740 l’erezione dei Casali divisi di S. Maria e Figliarino “in amministrazione separata” e al 1791 la separazione dei Sei Casali rimasti fino a quell’anno uniti con l’Università di Arienzo.
 
Questa si chiamò Università di Arienzo Corpo, l’altra: Università dei Sei Casali Uniti di Arienzo, denominazione successivamente cambiata in: Comune di S. Felice di Arienzo e, più tardi ancora in: Comune di San Felice a Cancello.     

ETS Proloco Cancello Scalo
Via XXI Giugno, 3 - 81027 San Felice a Cancello Ce
Tel. 0823/802174   348/1126970   
  email: prolococs@libero.it
Pec:PROLOCOCANCELLOSCALO@PEC.IT
Torna ai contenuti