Suessola - Proloco Cancello Scalo



INNO DI SUESSOLA
Vai ai contenuti


Suessola
 
 
Ad Ovest della Stazione Ferroviaria di Cancello Scalo e precisamente nel perimetro che comprende Piazza Vecchia, il Bosco di Acerra, la Casina Rossa dei Conti Spinelli fu costruita dagli Ausoni Osci, in epoca non determinata né con precisione determinabile, ma certamente molti secoli prima di Cristo, la città di Suessola.
Il sito meraviglioso, il suolo assai fertile; le acque, che ivi dalla roccia ancora oggi scaturiscono abbondanti, diverse, limpide, ricche di sostanze minerali; la posizione strategica singolare, fanno pensare ad una città fortunata.
E tale certamente poteva essere, se la sua collocazione di frontiera con i Sanniti e la dichiarata importanza strategica non l’avessero permanentemente tenuta esposta agli attacchi duri, ricorrenti dei vicini e lontani che, con i loro feroci eserciti, in perenne guerra finirono per schiacciarla.
Suessola fu alleata sincera dei Romani. Nell’ambito del suo territorio, nel 338 a.C., fu combattuta la terza battaglia tra Romani e Sanniti.
Onorata, per la sua fedeltà, della cittadinanza romana ed elevata al rango di Municipio, fu dopo la seconda resa di Capua, insieme ad altre città passate per paura con Annibale, declassata a livello di Prefettura, sia pure di ordine superiore.
Risorta circa il 90 a. C., quando da Roma vi fu mandata una colonia, ebbe, giusta un consueto ordinamento, il senato, una nobiltà, una plebe.
Fu, insomma, come peraltro si legge in numerose testimonianze marmoree, una Res Pubblica regolarmente curata da decurioni, duumviri, questori, edili, censori, tribuni, decemviri per l’amministrazione della giustizia, sacerdoti…
Ebbe i suoi templi dislocati, un po’ dovunque, nel suo territorio, specie sulle alture; ebbe teatri, portici, anfiteatri, feste, terme ed altre importanti fabbriche.









La leggenda
 
Nella tradizione orale è presente un curioso aneddoto che in qualche modo tenta di dare una spiegazione, seppure fantastica, della presenza nel sottosolo dei resti dell’antica città. Si racconta che Santu Mmartummeo (ovvero San Bartolomeo, apostolo errante che predicò il vangelo in vari paesi fino a giungere in India) in uno dei suoi viaggi, passando nelle vicinanze della Città di Suessula, si fermò in una locanda presso il ponte del Gaudello. Quando il santo, dopo aver pranzato, si alzò per andare via fu fermato dalla locandiera che pretese di essere pagata. Santu Mmartummeo, povero in danaro e ricco solo della parola di Dio, alla richiesta rispose “tengo sul’o’ cuorio(ho solo la pelle del mio corpo). La donna prendendo alla lettera tale affermazione afferrò un coltello e staccò dal collo del malcapitato un ampia porzione di pelle. Il santo, scuoiato, mentre si allontanava mestamente dalla locanda incrociò un carrettiere al quale chiese un passaggio. Il buon uomo lo accolse sul carro e Santu Mmartummeo, dopo averlo pregato di allontanarsi da quel luogo, lo esortò a non voltarsi durante il tragitto. Quando furono giunti sulle alture nei pressi di Arienzo, ad un cenno del Santo il carrettiere si girò e, con somma meraviglia, vide la Città di Suessula sprofondare e le acque sommergerla completamente. La città era stata distrutta a causa della crudeltà di uno dei suoi abitanti.


                                               
 
 
 
 
 
                                                 

ETS Proloco Cancello Scalo
Via XXI Giugno, 3 - 81027 San Felice a Cancello Ce
Tel. 0823/802174   348/1126970   
  email: prolococs@libero.it
Pec:PROLOCOCANCELLOSCALO@PEC.IT
Torna ai contenuti